I racconti di episodi realmente accaduti agli ascoltatori.Tutti i giorni alle 16 su Radio 24, con Matteo Caccia.


0: Marta Scarabelli
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1: Alessandro Lazzaretto
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2: Giordano Rossato
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3: Marco Bo
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4: Carlo Scialoja
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5: Beatrice Orini
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6: Anna Giulia Scaini
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7: Elisabetta Iurig
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8: Emanuele Dutto
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9: Stefano Carlini
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10: Daniele Ravasi
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11: Alessandra Serra
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12: Elena Nicolussi Giacomaz
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13: Paola Carbone
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14: Leonardo Principi
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15: Franco Francescato
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16: Marco Colono
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17: Elena Camozzini
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18: Simone Parnetti
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19: Gustavo Bonino
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20: Silvia Cogoli
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21: Alessandro Perra
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22: Umberto Dattola
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23: Rossella Daolio
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24: Giorgio Tanasini
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25: Massimiliano Arbini
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26: Elisa
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27: Andrea Rizzini
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28: Luca Borleri
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29: Alessandro Frau
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30: Francesco Gardinali
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31: Marisa Monteferri
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32: Elisabetta Oprandi
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33: Elisa Davini
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34: Marzia Pasquariello
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35: Simona Angioini
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36: Laura Vacca
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37: Francesca Sartori
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38: Marco Vettori
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39: Fausta Pavesio
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40: Monica Gabriele
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41: Buddy Fox
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42: Alberto Di Palma
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43: Dodo Occhipinti
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44: Alessandro Pioli
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45: Giuseppe Moretti
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46: Fabio Mora
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47: Stefania Pelliccioli
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48: Antonella Andretta
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49: Enrico Solmi
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50: Alberto Brunelli
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51: Federico Bernocchi
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52: Edith Kismarjay
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53: Massimo Pittarello
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54: Francesco Di Fonzo
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55: Vittoria Burton
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56: Delia
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57: Gabriele Villa
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58: Manuel De Benedetti
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59: Manuel De Benedetti
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60: Maria Isabel
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61: Domenico Maccarana
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62: David Severini
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63: Alessandro Venturi
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64: Claudio Santoro
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65: Maria Corsetti
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66: Massimo Fontana
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67: Margherita Vitale
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68: Fabio
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69: Luisa Mazzetti
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70: Gugliemo Beraglia
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71: Brunella Saccone
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72: Nicola Ferrero
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73: Arria Clerici
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74: Antonella Re
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75: Claudio Zulian
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76: Vincenzo Mazzeo
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77: Emanuele Cislaghi
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78: Emma Verde
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79: Gabriella
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80: Riccardo Moratti
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81: Francesco Scalambrino
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82: Sandra Granchelli
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83: Eliano Bonafini
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84: Maria Teresa Gabriele
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85: Matteo
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86: Laura Sponzilli
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87: Luisa Buoni
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88: Paolo Testori
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89: Claudio
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90: Maria Luisa
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91: Roberto Bandiera
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92: Simone Conti
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93: Silvia Nava
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94: Mairella Fiorino
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95: Edoardo Rosso
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96: Emilio Previtali
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97: Marco
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98: Maurizio Giordani
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99: Marta
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100: Roberto Grassetti
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101: Alberto Laffranchi
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102: Alessandro Blason
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103: Nicolò Casagrande
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104: Marina
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105: Mario Celotto
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106: Paride Sorzi
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107: Fabrizio Ferrari
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108: Maddalena Ronco
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109: Otello
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Lugares de interés (POIs) del Mapa

0: Marta Scarabelli

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Varco il cancello. Il cuore è a mille. Mi guardo attorno e non vedo anima viva. Divento impaziente e sono agitata. Chiedo al portinaio dove si tenga l’esame di ammissione al conservatorio: aula 105 e 106. Arrivano i docenti. I candidati entrano uno alla volta. Passano i minuti, le ore, sento che mi sto stancando, ma l’adrenalina mi tiene carica e poi finalmente arriva il mio turno.
 


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1: Alessandro Lazzaretto

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Insomma lui era là, ero io che là non c'ero, o almeno non ero arrivato puntuale secondo i suoi calcoli. Per lui era impensabile che io non fossi tra i primi. Lui era venuto a vedermi ma non lo aveva fatto da solo, ci era venuto con le sue aspettative su di me. Quelle che probabilmente aveva sin da quando ero un bambino, quelle che mi aveva disegnato addosso. Quelle che mi aveva detto e quelle che avevo solo intuito, spero di non averle deluse o almeno non troppo...


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2: Giordano Rossato

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Gli chiedo se vuol lasciarmi il numero di cellulare, se ci ripensa anche per il resto, o per l’altra sedia, così magari mi avvisa. Mi dice che è meglio di no. Prende la sedia, saluta, ringrazia e se ne va. Ecco. È così che ho subito il mio primo e unico furto della mia vita. Senza scasso, senza paura, praticamente quasi senza furto...
 


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3: Marco Bo

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Il piano iniziale era: atterro a Wichita, vado diretto in albergo, il mattino dopo affitto una macchina e vado a incontrare il cliente a Parsons, che in condizioni normali dista circa un’ora e mezza di macchina. In condizioni normali... non sotto la tempesta del secolo.
E allora dovevo mettermi nelle mani di una guida Sioux. Un discendente del popolo che viveva queste pianure prima dell'arrivo dell'invasore bianco. Chissà se ce l'avrà con me. Forse dovevo dirgli che noi italiani non c'entriamo niente, almeno questa volta...


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4: Carlo Scialoja

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In caserma dopo le prime settimane, la situazione è migliorata: poligono, marce, assalto e ponte tibetano, ma alla fatica si fa l’abitudine in fretta. Poligono, marce e poligono.
Carlo è bravo a tirare e il Tenente Giovannini, purtroppo, lo capisce.
"Lei viene con noi stanotte. Alle due, fuori dalla camerata."


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5: Beatrice Orini

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E mi viene in mente che nel Medioevo per stabilire che avesse ragione usavano delle prove di forza, e che chi riusciva a estrarre la Spada dalla roccia era destinato ad essere re. E allora ce la devo fare, perché quella bici è mia! Ma mi sembra un’impresa insormontabile. Sono alcuni minuti che armeggio con il tenaglione sulla catena e sul suo lucchetto ma non ne vengo a capo. Inizio a sudare e mi sento osservata. Non sono una ladra. Ma porca miseria la bici è mia, è possibile trovarsi in una tale condizione?


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6: Anna Giulia Scaini

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Il tempo è davvero un’idea volubile. Ricordo ancora che da bambina sentivo tutti dire ai diciassettenni, che si avviavano alla maggiore età, che dopo aver soffiato le diciotto candeline il tempo sarebbe volato. Io non sono stata una di quelle che hanno atteso con ansia smaniosa l’arrivo del compleanno che mi avrebbe fatto diventare adulta, ma questo discorsetto pseudo-apocalittico me lo sono dovuto sorbire lo stesso. Quando me lo dicevano annuivo senza dargli troppo peso, perché un anno in più non avrebbe certo cambiato le cose, né tantomeno dato una botta di acceleratore alla mia vita. Cavolo. Avevano ragione...


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7: Elisabetta Iurig

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Mi è sempre piaciuto il mio cognome perché è particolare, un po’ diverso e a volte è stata l’occasione per fare conoscenza con persone sconosciute. Non ho mai avuto problemi con il mio cognome, non ne ho mai avuti fino agli 11 anni..


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8: Emanuele Dutto

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Il programma prevede la sveglia alle 2 di notte per essere nel piazzale deserto delle piste da sci alle 4 del mattino e iniziare la camminata. Io mi preparo meticolosamente, con riserve di cioccolata e caramelle di zucchero, oltre ai viveri e alle borracce che si usano nelle gite di montagna. Mi sento pronto. Alla faccia dei grandi che non volevano che andassi con loro...


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9: Stefano Carlini

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Ci diamo appuntamento per cenare insieme, davanti ad una birra mi racconta di un anno come dipendente in una azienda di Milano e della fuga per riprendere il controllo della sua vita. Poi le giornate senza padroni, le canzoni nelle piazze e le ragazze che si innamorano di lui. Mi colpisce al cuore. E soprattutto nella fantasia. Sono trafitto ovunque. Voglio andare con lui.


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10: Daniele Ravasi

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Il comandante ha sospirato e si è appoggiato allo schienale, mi ha detto che avevano avvertito il mio vicino, che stava bene e scandiva le parole una ad una come se io fossi sordo invece che pazzo, ha proseguito dicendo che non avevo fatto del male a nessuno, ma che avrebbero dovuto avveisare il mio medico. Poi si è alzato, mi ha stretto la mano e mi ha detto di andare a casa e di riposare, che non era successo niente...


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11: Alessandra Serra

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Quel giorno sul treno, e poi in ospedale, da sola, pensai che forse stavo perdendo la testa. Che forse era il momento di finirla di andare avanti per tentativi. Che forse era destino che non avrei avuto un figlio. Ma ricacciai i pensieri negativi sotto il tappeto e mi addormentai. La mia missione andò bene, potevo tornare dopo tre mesi per un nuovo tentativo. Ed ecco arrivare il misto di felicità per la notizia, e l’amarezza, quasi la delusione che il mio corpo si ostinasse ad essere speranzoso...


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12: Elena Nicolussi Giacomaz

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Mi guardo allo specchio ogni due minuti scrutando ogni angolo del mio corpo come se non l'avessi mai visto. Penso a una cosa carina da dire, che non mi uscirà mai. Dopo due ore e mezzo in cui sto aspettando mi sento distrutta anche fisicamente. Mi sdraio sul letto e accendo la tv. Sento che il mio corpo è talmente assuefatto all'attesa che ora si sta rilassando. Guardo l'orologio, controllo la mail, mi sistemo il rossetto. Sospiro e mi chiedo che reazione avrà lui quando mi vedrà. E in quel momento lui bussa alla porta...


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13: Paola Carbone

Un giorno le porto il suo piatto preferito, tortellini con brodo di cappone. Lei è sempre fuori ad aspettarmi. Mi accompagna per la prima volta nella sua camera da letto, finalmente. C'è un piccolo lettino di legno nel mezzo della stanza con delle lenzuola di lino bianco. Aprì il cassetto della specchiera. Uno spago bianco teneva insieme delle lettere ingiallite dal tempo. Erano le lettere di Gianfranco, l'uomo che le chiese di sposarla e che la corteggiava da quando lei aveva solo 16 anni...


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14: Leonardo Principi

Il mio non è solo un distributore di caffè o bianchini, ma anche un luogo di incontro. Ci sono gli abituè e i turisti, i chiacchieroni e le compagnie. La sera prima avevo scambiato qualche parola con un tale che non dimostrava i suoi ottant’anni e che mi ha parlato per un paio d'ore dei bei tempi andati, di donne, ma anche di guerra, e di quella volta che è stato accarezzato da Hitler...


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15: Franco Francescato

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Ogni volta che vado ad una convention penso sempre che ogni 5 minuti su uno schermo sopra il palco dovrebbe apparire una scritta che dice "stiamo solo facendo una convetion aziendale, non stiamo salvando vite umane". A rotazione. Ogni 5 minuti. Perchè a prendersi troppo sul serio poi finisce che uno ci crede davvero a quello che dice...


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16: Marco Colono

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La sorpresa mi colpì in faccia come una sberla. La trovai lì, perfettamente trafitta dalla lama ancora vibrante. Immobile, colpita a morte, tradita da un nefasto destino e da un nascondiglio non troppo efficace. Era stato un caso. E io quasi volevo tornare indietro e rimettere a posto le forbici. Avevo solo fatto un gesto. Eppure aveva avuto delle conseguenze...


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17: Elena Camozzini

La situazione è sotto controllo. Eseguo tutto ciò che il protocollo prevede con scrupolosa attenzione, verifico che tutto vada bene e poi informo il ragazzo che lo porteremo in ospedale. Lui mi guarda, mi stringe la mano e mi dice: "Va bene, però tu vieni con me!?". Io gli rispondo "Certo che vengo con te". Mi alzo e chiedo alle persone di spostarsi, dico cosa fare e faccio le cose che vanno fatte. Mi sento calma come non lo sono mai stata...


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18: Simone Parnetti

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Per i bimbi fu un lampo trovarsi a raccogliere la legna per il falò dell’ultima notte; di lì a poco, passato il tramonto, avrebbero cantato a squarciagola, e dopo aver danzato intorno al fuoco, si sarebbero quietati per sorseggiare una cioccolata calda. E lei, Giulia, lo avrebbe allora sì baciato: Angiolino ne era certo. Voleva solo avere il modo di cambiarsi i pantaloni, di indossare i jeans nuovi al posto di quei vecchi calzoni di velluto verde, così stretti intorno alle caviglie, che non amava poi così tanto. Ed anche Giulia aveva detto di avere in serbo una sorpresa da indossare...


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19: Gustavo Bonino

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Al pronto soccorso della maternità mi dicono di restare fuori. Sono spiazzato, certo che così è difficile fare il bravo marito. Per un istante penso di mandare a quel paese l'infermiera e di esigere di stare con mia moglie, poi penso che lei in realtà sia 100 volte più forte di me, per cui, forse, non ha tutto questo bisogno, e allora faccio il bravo. In fondo sa che sono dall’altra parte di uno strato di legno e formica...


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20: Silvia Cogoli

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Penso che sarà un periodo che ricorderò. E lo ricorderò come un bel periodo. La mattina mi sveglio presto, vado in biblioteca passando dal ponte sull'Adige. Verona è bella a fine maggio, alle otto del mattino. Ti fa venire voglia di vivere. Si respira quella sensazione che solo la mattina presto, nelle giornate estive, puoi assaporare fino in fondo. Quella sensazione speciale, quando le strade non sono nè piene nè vuote, vedi gente affaccendata ma non troppo stressata. E ti viene da sorridere a tutti. E così faccio, sorrido, anche se qualcuno ricambia con uno sguardo sospettoso. No, non sono pazza. E' che in questo periodo, un po' continuerei a sorridere, un po' piangerei senza smettere più....


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21: Alessandro Perra

Quando vedo le luci del "Faro Bocca" comincio l’avvicinamento al "Golfo di Olbia", una manovra che avevo già fatto centinaia di volte.
Guardo l’orologio,sono le 3:00 forse le 4:00.Il sole tra poco si vedrà alle nostre spalle e poi improvvisamente la radio inizia a gracchiare, le parole sono chiare: sono quelle che nessuno vorrebbe sentire. "Maiday... Maiday... Maiday...nave Klearchos...stiamo affondando"...


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22: Umberto Dattola

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Anche la mosca sembrò sensibile a tutto questo. E dopo qualche minuto decise che era meglio stare fuori che dentro, che era meglio dare un’occhiata al lago e se ne uscì dalla macchina. Così. Senza che agitassi le mani o cercassi di ammazzarla. E sembrava che le piacesse. Iniziò a volare velocemente sulla spiaggetta giocando a tuffarsi in acqua per poi deviare di colpo evitando l'impatto. Giocò a zigzagare fra i rami degli alberi ed a disegnare cerchi nell'aria. Io la guardavo stupefatto...


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23: Rossella Daolio

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La gioia di vivere in un luogo dove la vita è organizzata bene e il senso di tutto che gira al giusto ritmo, è impagabile. E poi avevo la coscienza in pace, vedevo il frutto delle mie fatiche quando tutto era pulito e a posto, il lavoro concluso e tutto andava bene. E poi quando pensi che sia finita la fatica, si ricomincia tutto da capo, si ritira fuori tutto con gli stessi gesti e lo stesso ordine. È come una specie di esercizio spirituale. Una meditazione, un movimento ritmico, un cerchio che si chiude ogni volta uguale a se stesso pieno di certezze e di senso della ciclicità delle cose...


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24: Giorgio Tanasini

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Al terzo piano dei ponteggi su Via Pré, verso il confine del cantiere, quasi all’angolo con Vico Pace, la signora mi descrive una stanza dove c’è un armadio coricato, con sopra mozziconi di candela; dalla finestra non si vede, ma dietro l’armadio c’è un materasso... un materasso sporco di sangue...


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25: Massimiliano Arbini

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Sono le sei di pomeriggio, ma il sole è ancora alto. Siamo in piedi, di fronte alla paladella degli spangoli, c'è almeno un metro e mezzo d'acqua. Ho le pinne. Percorriamo il prato a monte, fin dove è possibile tuffarsi. L'acqua del Ticino è ancora molto fredda, e ha il sapore della neve, come solo in questi giorni di tarda primavera. Faccio quattro bracciate decise e guardo Beppe. Lui ha già tagliato un po', la corrente è molto forte e ci trascina più a valle. Lo seguo...


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26: Elisa

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E così mi misi a pregare. A pregare che non le tagliassero la coda. Che qualcuno la trovasse e si prendesse cura di lei meglio di come avevo fatto io. Mi sentivo addosso la sua paura, la sua delusione. Il giorno dopo i miei mi comprarono un'altra pecora. Sorrisi per farli contenti ma quella finì subito in fondo alla valigia...


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27: Andrea Rizzini

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Iniziare a pensare è un po' come guidare una macchina. Arrivi a 18 anni, ti dicono che sei adulto e fai la patente. Da quel momento in poi puoi guidare, ma non sai ancora guidare bene. Lo stesso vale per il pensiero: esci dall'adolescenza, ti vedono grande grosso ed educato e pensano che tu sia un uomo, di quelli che sanno usare la testa...


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28: Luca Borleri

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Credo che nel mare dell'esistenza di un essere umano navighino due vite parallele. Durante la settimana lavorativa siamo l'idraulico, il barbiere, il bancario o l'imprenditore. Ognuno appartiene ad una classe specifica. Nel week-end invece no. Che meraviglia il fine settimana. E tutto inizia proprio oggi, inizia il venerdì.


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29: Alessandro Frau

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Faceva anche un po’ freddo e mi scappava la pipì. E dopo tantissimo tempo, che forse però sarà stato un quarto d’ora, che non sembra, ma è lungo da passare guardando il muro, mi sono sentito sconfitto. Ero umiliato, e mi alzai e andai a suonare il campanello. Mia madre aprì la porta e io rientrai come se nulla fosse successo dicendo: “Vabbè và, questo volta resto”...


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30: Francesco Gardinali

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Cristina era lì, una certezza, tutti i giorni. Io non sapevo ancora cosa fosse l'amore e neanche immaginavo quanto un anno dopo avrei avvertito quel piccolo grande vuoto, nel caos della scuola media, senza tempo pieno e senza Cristina. Lei venne iscritta alla scuola media vicino a casa, io in un'altra. La nostra è una città piccola e se il destino vuole, può capitare di non incontrarsi per anni... a volte anche per sempre...


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31: Marisa Monteferri

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Forse c’era anche un lontano timore: quello di non venire “preso”, di essere lasciato lì, in quel brefotrofio, con quei compagni occasionali e senza famiglia. E lui aveva avuto paura di veder sfumare, in quella lunga attesa di bambino, la possibilità che i suoi genitori adottivi si presentassero a prenderlo. Temeva ci avessero ripensato e che non sarebbe andato a vivere in Italia. Dove avrebbe avuto una casa e una famiglia...


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32: Elisabetta Oprandi

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Bigio era l’amico di papà, il tesoro che tutti cercano nella vita, ma che non sempre trovano. Bigio ha rappresentato un’ epoca, un simbolo e non solo per me. Bigio mi aveva dato un soprannome, io ero la “pasionaria”. Non sapevo da dove venisse questo nome, pensavo l’avesse inventato lui, ma la parola mi diceva così chiaramente quel che pensava di me che ne ero orgogliosissima...


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33: Elisa Davini

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Le montagne comunque erano sempre lì, anche solo una foto attaccata alla parete, una rivista da leggere. E’ arrivato finalmente il lavoro e gli orizzonti si sono allargati, non più solo le Alpi, ma Ande, Himalaya, deserti. I viaggi solo sognati, piano, piano, sono in parte diventati realtà. Due anni fa però la diagnosi: il medico aveva appena pronunciato le fatidiche parole...


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34: Marzia Pasquariello

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Così, a forza di discutere mi inventai un falso reperto. Alla base delle statue, il metallo aveva ceduto lasciando piccole fessure dove potevi guardare dentro, nella cavità della scultura. Un giorno feci la faccia sorpresa dopo aver spiato con l’occhio incollato ad una di esse. E urlai: “ho visto le ossa!”...


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35: Simona Angioini

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Durante il primo incontro sei un'allucinazione sudata su tacchi troppo alti. Non capisci niente, passi le ore a prepararti, a dare il meglio di te, ma non sei tu. Quella lì non sei tu. Sei una speranza. Invece all'ultimo appuntamento sei proprio tu. Intera. Nuda e svelata. Ben piantata, composta e rigida sulla sedia. Al patibolo. Senza vino, di solito...
 


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36: Laura Vacca

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Non posso sapere quanto tempo trascorsi in quella condizione, forse un rumore da qualche parte mi distrasse, allora presi il cellulare e constatai che non riceveva alcun segnale. Fino a qualche anno prima non me sarei nemmeno accorta, ma in questo caso la tecnologia mi fece rendere conto di cosa era successo: semplicemente, mi ero persa...


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37: Francesca Sartori

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C'era la guerra che ha gettato un ragazzo di vent'anni tra la Spagna e l'Africa, l'ha fatto cadere dal cielo e l'ha tenuto prigioniero per quattro anni nel Continente Nero. C'era l'Argentina, il miraggio di un Nuovo Mondo in cui ricominciare, con una moglie e una figlia piccola. Ha scritto tutto, in prima persona, e poi con grande attenzione ha battuto a macchina le sue pagine, sulla vecchia Olivetti di mia madre, perché fossero più chiare...


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38: Marco Vettori

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Corro come un matto, le guardie giurate che pascolano all'interno dell'aeroporto, al mio passaggio, istintivamente portano la mano alla fondina. Ormai sono l'attrazione dell'area partenze internazionali, quando passo la gente la ola, i bambini piangono spaventati, qualcuno mi cronometra...


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39: Fausta Pavesio

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Aveva preparato la sua camera per me. Sul letto troneggiava una pacco con un biglietto "welcome to my home, your home for 5 days"...lo aprii emozionata come una bimba, conteneva un bellissimo accappatoio di spugna banca. Furono i cinque giorni più belli della mia vita...


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40: Monica Gabriele

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Sono cresciuta nella casa dei nonni. Lui era un uomo semplice. Gli eran stati concessi pochi studi visto che a nove anni già faceva da garzone ai muratori, a Giaveno. Quella sera, a cena, mamma ed io eravamo a casa loro: mio papà, ferroviere, lavorava. "Stasera mi sento proprio bene!", disse nonno Matteo...
 


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41: Buddy Fox

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Quella settimana di Novembre si chiude con perdite professionali pesanti, e sentimentali ancor peggiori, visto che la mia fidanzata mi aveva appena lasciato. E' strano come quando qualcosa va storto si porti dietro anche il resto. Non so come succeda. Forse tutte le cose nel mondo sono collegate tra loro. Come quel detto che dice che un battito d'ali di farfalla in Europa provoca un tifone in Cina...


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42: Alberto Di Palma

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Scendiamo un po’, la corda fissata sullo zaino pende troppo da un lato e rischia di farmi inciampare. Finalmente il tetto giallo del bivacco. Sono ancora vivo, siamo ancora vivi; Patrizia è arrivata qualche secondo prima di me. Ci guardiamo increduli perché è come se fossimo nati per la seconda volta. Il temporale è scomparso come era arrivato. E tutto torna alla normalità come se nulla fosse successo...
 


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43: Dodo Occhipinti

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1989 Milano, l’aria di maggio è fresca e Milano sembra quasi una bella città. Il cielo è azzurro. Sono solo tre mesi che stiamo insieme, ma abbiamo tutti e due l’impressione che questa storia sarà diversa dalle altre. Siamo in macchina, abbiamo appena finito la nostra prima discussione. Stiamo in silenzio. All’improvviso la radio trasmette “Baby can I hold you” di Tracy Chapman. E’ il miglior modo per fare la pace. Ma quelli della radio come facevano a sapere che avevo bisogno proprio di quella canzone?


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44: Alessandro Pioli

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Eccoci, siamo alla fine: arriviamo al traguardo in piazza Verdi. Trascino un piede dopo l'altro e lo passo con il mio cronometro che dice 3h36min05sec. La soddisfazione c'è, ma lascia subito spazio alla stanchezza. La durezza delle gambe, la fame, la voglia di una doccia calda sono più forti del resto: tanto so che avrò modo, poi, già dalla sera stessa, di ricordare questa corsa almeno per un anno, fino alla prossima...


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45: Giuseppe Moretti

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Quella mattina di febbraio del 1973 fa freddo. Giuseppe sta per arrivare in fabbrica in bici come sempre. Lui è ancora giovane, è stato assunto come apprendista in fabbrica al reparto tappezzeria, poi è stato collocato al "Centro Ricerche e Sviluppo". Arriva sul piazzale antistante la fabbrica e ci trova un sacco di operai:"il sig. Busnelli deve parlarci"...


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46: Fabio Mora

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Ripensandoci ora, ripensando alle emozioni che provavo quando ci andavo a quella fiera, forse avrei dovuto capire subito che la mia vita sarebbe passata da lì, da quel posto pieno di oggetti, e di gente che ci girava intorno, e ci sarebbe passata molto più spesso di quanto avevo fatto in quegli anni dell'infanzia...


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47: Stefania Pelliccioli

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Matthew aveva 3 anni e io 18, ero la sua ragazza alla pari, ero la sua ombra per quei mesi estivi nei quali volevo approfondire l’inglese lavorando presso una famiglia nella campagna di Manchester. I primi giorni erano stati difficili. Io col mio inglese scolastico e lui col suo linguaggio incomprensibile da bimbo piccolo. Io che me ne andavo da casa per la prima volta, e lui che ogni momento cercava la sua mamma Leslie che era sempre impegnata nel pub di famiglia...


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48: Antonella Andretta

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E' sempre di fianco a me, anche ora mentre scrivo. Certo non è più puzzolente, e non è più spelacchiato. È rimasto uno splendido esemplare di pintscher e se ne sta acciambellato sulle mie ginocchia. Non chiede nulla, non pretende nulla, solo un po' di cibo, un po' di acqua e qualche passeggiata...


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49: Enrico Solmi

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Oggi, 24 settembre, è il giorno del tuo sesto compleanno, mio piccolo Enrico, ti sono tanto vicino e  ti penso intensamente.
Questa data sarà una svolta per te, inizierai la scuola, da lontano col cuore ti faccio tanti auguri e ti mando tanti bacioni, promettimi di essere bravo con la mamma e di iniziare bene la  scuola. Quel giorno chiuderò gli occhi e ti vedrò col tuo grembiulino nero, il colletto bianco e la piccola cartella rossa e penserò tanto a te...


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50: Alberto Brunelli

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La mia guida fa un po' fatica, gli chiedo se è tutto ok. Mi dice che non si è riposato bene. Non so se preoccuparmi pensandomi su questo sentiero, nero come la pece, in piena notte, con Thomas giù di forma. Si riprende e in poco più di quattro ore siamo al Gillman's point a 5700 metri di altitudine...


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51: Federico Bernocchi

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Avevamo fatto la spesa e stavamo tornando verso casa. Mia mamma era carica come un mulo di sacchetti. Io ero piccolo. Piccolo tipo che le mamme cariche di sacchetti come i muli, non ti chiedono neanche di portare i sacchetti perché sei troppo piccolo. Ronzavo attorno a mia mamma facendo un casino senza senso e agitando per aria una macchinina appena ricevuta in regalo...


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52: Edith Kismarjay

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Guardavo dal finestrino, anche se non c'era un gran che da vedere e mi facevano male le gambe dallo stare in piedi. Dopo lungo tempo siamo arrivati in una stazione dove c'erano dei soldati armati. Due sono saliti per dire molto gentilmente che chi era diretto ad Ovest faceva meglio a scendere perché alla prossima stazione c'era già il nemico...


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53: Massimo Pittarello

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Invece il ragazzetto romano in divisa Atac è proprio un controllore. Penso che sono fregato. Lui mi guarda, apre bocca, ma non parla. Comincio a pensare che mi abbia scambiato per uno straniero. Poi lo sento che si rivolge a me in inglese: "Hello!!" Penso che c'è qualcosa che non quadra. Ma in un attimo mi ricordo dei miei capelli rosso irlandese e del libro inglese. In un inglese stentato il controllore mi chiede "Ticket pliise?"...


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54: Francesco Di Fonzo

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Inizio la salita ma il dubbio diventa certezza, le mani iniziano a sudare ed il cuore mi batte all'impazzata, mi fermo ad appena 3 metri di altezza e mi aggrappo forte alle cime mentre gli altri allievi mi superano da ogni parte. Ho le vertigini. Scendo e mi rimetto in fila sull'attenti senza aver compiuto il mio giro. La paura del vuoto è più forte della vergogna di non aver superato la prova. Mi sento un misto di Palla di lardo in Full metal jacket e un qualsiasi bimbo che sale per la prima volta sullo scivolo...


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55: Vittoria Burton

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Ivrea negli anni Settanta e Ottanta era un posto molto cool in cui vivere: era una città ricca, economicamente e culturalmente. Era un bel posto anche per far crescere dei bambini e così i due anni di contratto si estesero a quattro, sei, otto. Quando mio padre lasciò l'Olivetti e l'Italia, io e mia madre rimanemmo...


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56: Delia

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Ritornai a trovarla dopo 2 settimane e la trovai seduta sul letto,a leggere, come se non si fosse mai mossa. Era sempre molto magra e chiacchierammo con calma. Mi disse che era riuscita a diplomarsi frequentando una scuola serale e che aveva intenzione di iscriversi all'Università. Mentre parlava, vidi nei suoi occhi una luce nuova,un riflesso vivo,guizzante, come quello del naufrago quando bacia la terra...


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57: Gabriele Villa

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Mattia è il mio primo figlio, sono passati circa cinque anni da quando era andato via da casa, dalla Brianza, con destinazione Barcellona. Era la sua voglia di vivere, la sua gioventù, e la gioia che parlavano per lui. Con coraggio, trattenendo la sorpresa e la rabbia e gli ho detto sorridente:" Vai stai tranquillo, ci sentiremo spesso, sarà una bella esperienza..."


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58: Manuel De Benedetti

deben291111.jpgTra poco ceno, vado a dormire, e poi stanotte sveglia alle 23:30, e a mezzanotte sono fuori, presentazione in aeroporto a mezzanotte e quarantacinque, il decollo è previsto all' 01:45. Gli orari sono abbastanza pesanti. Ma io non vedo l'ora. Mi piace, stanotte il mio sarà un volo "ferry". Il che significa aereo vuoto...


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59: Manuel De Benedetti

deben291111.jpgTra poco ceno, vado a dormire, e poi stanotte sveglia alle 23:30, e a mezzanotte sono fuori, presentazione in aeroporto a mezzanotte e quarantacinque, il decollo è previsto all' 01:45. Gli orari sono abbastanza pesanti. Ma io non vedo l'ora. Mi piace, stanotte il mio sarà un volo "ferry". Il che significa aereo vuoto...


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60: Maria Isabel

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Il carcere è un forte imponente. L'acqua ci arrivava praticamente alle ginocchia, centinaia di persone in fila come noi, con scatole, valigie e quant'altro, a reggerle nel miglior modo possibile per non farle bagnare.
Dopo ore, entriamo e camminiamo per dei lunghi corridoi, fino ad una stanza dove i carcerati stanno dietro ai vetri. Un volta arrivata da lui, al posto del ragazzone rubicondo che conoscevo, mi trovai un uomo magrissimo, quasi senza denti e praticamente calvo, e  non sono riuscita a fare altro che scoppiare a piangere...


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61: Domenico Maccarana

maccarana011211.jpgIo ero abitualmente a conoscenza del saldo sul loro conto, per certi versi era come se conoscessi il loro presente;
ma il loro passato, con quelle entrate e quelle uscite, con quelle gioie e quei dolori, restava un mistero fino al momento in cui loro me lo chiedevano...


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62: David Severini

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Quella casa l’aveva costruita mio nonno con le sue mani e dalla sua vigna, con orgoglio, ne ricavava del vino, il suo vino. Io adesso, se dovessi spiegarvi come fosse quel vino, non saprei cosa dire, forse oggi non riuscirei neanche a berlo. I gusti cambiano ed una volta provato il meglio è difficile tornare indietro.
Però, malgrado tutto, quello era il suo vino che maturava nelle botti, dentro ad una cantinetta a cui si accedeva salendo due gradini che io trovavo enormi...


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63: Alessandro Venturi

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Alla fine delle partite andai da mia mamma che stava lavorando in cucina. "Secondo me ho fatto tredici", le dissi. Lei aveva già alle spalle circa 25 stagioni di schedine accartocciate nel pattume e non reagì più di tanto alla mia affermazione. Io non potevo aspettare; andai a svegliare il detentore della schedina. Dopo qualche minuto di sbuffi e rantoli, il babbo aprì gli occhi in maniera definitiva, sonnellino pomeridiano interrotto in maniera traumatica. Tornai in soggiorno e mi misi ad aspettarlo seduto sulla sedia vicina alla sua. Lo vidi apparire nella classica tenuta da domenica pomeriggio autunnale, pesante tuta turchese e calzini di lana grossa...
 


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64: Claudio Santoro

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Ogni volta che una cosa nuova arriva dove ce n'era un'altra succede sempre qualcosa di strano. E' come quando in un giorno di marzo arriva il caldo che di solito c'è a maggio a giugno e si passa da 15 a 25 gradi. Le cose nuove sono sempre difficili da gestire perchè nel bene e nel male stravolgono quello che sei, anzi quello che sei è già quello eri. Fortuna che poi arriva l'abitudine e pensa lei a tutto...


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65: Maria Corsetti

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“Hai la pancia gonfia, le gambe gonfie”.
Grazie, sennò perché venivo da te? vorrei sibilare.
Ma l’umiliazione prende il sopravvento.
Abbozzo una scusa: “No è che domenica c’è stato il compleanno di mia zia, un pranzo sontuoso, hanno servito anche l’aperitivo. Sai com’è...”.


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66: Massimo Fontana

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Da quando sono bambino gli anziani mi hanno insegnato a pescare con le mani: braccio in grotta a cercare il pesce, chiudi la fuga e lo prendi per le branchie. Si lo so' non e' molto legale, ma cosa c'e' di piu' difficile di prendere un pesce viscido tra le mani? anni di pesca, trote fario anche di un kilo e mezzo, ma il 3 settembre del 2007 avrebbe segnato la mia vita...


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67: Margherita Vitale

Sembra una mattina qualunque se non fosse per l'orario e per le valigie sparse per tutto il soggiorno: un trolley grande, un trolley piccolo, uno zaino e la borsa. Caffè, biscotti, un bacio alla mamma che dorme, una carezza al cane e in macchina, destinazione aeroporto di Milano Malpensa e da lì Londra, per la mia nuova vita.

 
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68: Fabio

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A un certo punto però Pier si gira e mi chiede se posso capirlo, se anche a me è capitato di amare al punto da non ragionare più. Passano molti minuti, poi sono io a parlare, con la voce rotta dall'emozione "Pier ti è mai capitato di pensare che potrei non essere l'eterosessuale che sembro?"...


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69: Luisa Mazzetti

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Tornare a casa per accudire la propria madre...
"Entra in casa", le dico. "Dammi la giacca. Siediti qui. Togli le scarpe. Tieni le ciabatte. Mettitele. Vieni in cucina, che preparo il tè".
Le metto davanti i biscotti, così per un po' sta tranquilla. Infine mi siedo anch'io e la vedo alzare su di me uno sguardo perso. Mi osserva come da lontano e mi chiede "
E la Marta che fine ha fatto?" "Mamma, Sono io la Marta"...


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70: Gugliemo Beraglia

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Ora è il momento di dare il colpo finale e sparare tutto. O meglio: sarebbe il momento. Ma il mese di allenamenti solo per la staffetta, malignamente, presenta il suo conto: improvvisamente i polpacci si riempiono di acido lattico, e le gambe diventano due pezzi di marmo. Non riesco più ad alzare le ginocchia come prima, e l'assetto di corsa perfetto lascia il campo ad un arrancare da finale di maratona alla Dorando Petri...


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71: Brunella Saccone

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Avrei dovuto parlare del tempo o delle abitudini alimentari del mio paese, lo so, ma invece chiesi di raccontarmi dei giorni delle barricate. Cadde il silenzio. Poi Yan cominciò a parlare. E poi di colpo si fece di nuovo silenzio. Era arrivato l’ospite necessario, quello non desiderato. Sembrava il bambino spione che tutti abbiamo incontrato a scuola e che un giorno ritroveremo sul lavoro, o altrove. Scoppiò a ridere, sicuro di aver interrotto una conversazione proibita. Io presi coraggio e dissi: parlavamo dei fatti della primavera scorsa. Lui rise ancora e aggiunse: nessun fatto, nessuna primavera...


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72: Nicola Ferrero

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Ci sono cose che si fanno senza pensarci troppo, a volte. Io, quando decido di partire per un viaggio, cerco di prendere subito i biglietti, quasi di nascosto da me stesso. Perché poi magari ci ripenso e più la meta è improbabile, meno ci voglio pensare.
Nel maggio 2006 organizzai un viaggio in Pakistan e qualche tempo dopo, mi accorsi di un piccolo dettaglio. Io che adoro giocare e vedere giocare a pallone, mi ero dimenticato dei Mondiali...


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73: Arria Clerici

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Il sole alto di mezzogiorno ci coglie quando non è lontana la cupola di Casalmaggiore. “Io ho fame” dice Rosanna. “Anch'io” fanno eco gli altri bambini. Il papà decide di accostare il gommone ad un pontile solitario: lo lega saldamente e fa scendere tutta la truppa. Ci mettiamo seduti sotto l'ombra di qualche albero in un bel prato. Prendo i panini dalla cesta e comincio a distribuirli. Il papà magnanimo ci concede i suoi e, dopo aver preso in mano una tanica, decide di andare a a fare rifornimento di miscela. Noi rimaniamo lì all'ombra a gustarci pane, mortadella e uova sode. L'ombra è fresca, ci sdraiamo e aspettiamo. Però il papà tarda...


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74: Antonella Re

Mi portò al ristorante, che era un evento unico, che nemmeno con la mamma ci andava, e oggi che sono passati 30 anni, mi ricordo ancora tutto il menù: risotto ai funghi, arrosto di maiale e soprattutto la meravigliosa torta di noci. Dopo aver mangiato mi stavo incamminando verso casa ma papà mi ha preso per mano e mi ha detto se avevo voglia di andare al cinema. Io sapevo che esisteva il cinema di pomeriggio ma non ci ero mai andata, nessuno di noi ci era mai andato...


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75: Claudio Zulian

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Il concerto lo abbiamo comunque seguito dal backstage, che è perfino meglio che vederlo dagli spalti dove tutto è lontano. Certo non percepisci l'intero palco, ma ti godi la musica e vivi dall'interno tutto lo spettacolo. Bono era vicino, e mentre camminavamo ci indicava e suggeriva a tutti di non smettere mai di credere ai propri sogni, e a non cedere mai nelle proprie convinzioni. E noi eravamo il simbolo di quella resistenza...


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76: Vincenzo Mazzeo

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Ci sedemmo sopra il letto, tirò fuori dalla cassa un candelotto, aprì la carta che avvolgeva l'esplosivo e cominciò a riempire due lattine di coca cola vuote. Di seguito, fece un buco al centro dell'impasto, vi infilò una miccia lunga 30 centimetri e poi vi aggiunse del pietrisco...


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77: Emanuele Cislaghi

Io la vedo così: c'è un secondo, un attimo, in cui “senti” (quasi vedi) che sulla linea della tua vita s'è formato un pallino. C'è questo pallino e da una parte c'è il prima, quello che è successo. Da lì in avanti invece c'è il futuro...


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78: Emma Verde

E a guardarli oggi quei giocattoli, oggi che sono passati mesi dall'ultima volta che li hai visti, oggi che la situazione economica è difficile, oggi che è natale e non ti aspettavi proprio niente, la barbie usata o il vecchio videogioco è come se offrissero anche a te una seconda possibilità...


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79: Gabriella

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Alla fine mi ci sono ficcata in questa cosa, ne avevo una paura tremenda ma l'ho fatta. Semplicemente non volevo passare il Natale tra panettoni e palline colorate e così vai, un click, una prenotazione a scatola chiusa per uno di quei viaggi dove incontri il resto del gruppo in aeroporto...


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80: Riccardo Moratti

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L’occasione era unica, ma un po’ mi vergognavo di quell’entusiasmo infantile, di quella voglia un po’ insana di ficcare il naso in un mondo che non era il mio, un mondo intravisto fino ad allora solo attraverso le lenti distorte della televisione; un mondo fatto di lusso e vanità. Un mondo vuoto, che un violinista universitario idealista come me non esitava a giudicare con una certa orgogliosa sufficienza...


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81: Francesco Scalambrino

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Non avevo voglia di guardare la televisione perché la programmazione dell'ultimo dell'anno è indirizzata a un pubblico diverso da me.
Per riempire il silenzio, che era interrotto soltanto da qualche scoppiettio del fuoco, tirai fuori il Mac e misi in play uno dei tanti podcast che non avevo ancora ascoltato. Era una sensazione strana, isolato dal mondo mentre tutti trascorrevano la serata in compagnia. Eppure mi sentivo bene...


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82: Sandra Granchelli

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Mi guardo allo specchio, ho gli occhi gonfi ma ancora perfettamente truccati. Indosso le mie scarpe con i tacchi, il cappotto, prendo la mia borsa ed esco di casa. Ho la bocca impastata, la nausea post-sbornia, i pensieri annebbiati. Le strade della città sono deserte. Incontro solo due donne alla fermata dell'autobus. Sembrano straniere. Mi domando se alle sette e mezzo del primo gennaio, passano gli autobus...

 


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83: Eliano Bonafini

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Ho 16 anni e finalmente parto per la Svezia, sono almeno 4 anni che spero e voglio andare a fare il mio sospirato ritiro, gioco ad hockey su ghiaccio in una squadretta di Torino e la Svezia per i giocatori di hockey è come l'America per il baseball, o l'Olanda per il pattinaggio. Sono così felice che mi sembra di non avere più niente da fare qui, devo solo partire...


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84: Maria Teresa Gabriele

La finestra della mia stanza si affaccia proprio su una di queste. Vedo una famiglia, e seguo le sue vicende ormai da oltre un quarto di secolo, so i loro orari, le loro abitudini e le loro parentele. Ma non li conosco veramente. Mi piacerebbe scendere, salutarli ma non saprei come presentarmi. Non è che posso bussare e dire: "sono quello che vi spia dal palazzo di fronte", potrebbero anche prendersela a male...


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85: Matteo

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E il peggio sono le domeniche. Una di queste, subito dopo pranzo, mia madre lancia l’idea di un giretto sulle colline bolognesi. Ha sentito una collega parlare di un mercatino, anzi una fiera, insomma 2 bancarelle buttate in una piazzetta gelida praticamente vuota. E' un week-end senza Formula1, quindi mio padre dice che sì, si potrebbe anche fare. Cercano di coinvolgermi, ma riesco a sottrarmi. Questa è una conquista recente: fino ad un annetto fa la mia presenza a queste gitarelle non sarebbe neppure stata in discussione. Potere dell’arrivo dell’adolescenza...


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86: Laura Sponzilli

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'All'ultimo' vuol dire che mi riduco a fare il mio curriculum in inglese martedì stesso, un'ora prima dell'appuntamento. Alla fine traduco con google e poi faccio un paio di ricerche, giusto per capire se le qualifiche che ho inserito hanno senso nel mercato del lavoro, o sono traduzioni maccheroniche. Forse non avranno un assaggio del mio english, ma della mia capacità di navigare sì. Ok, mi agito, stampo, parto. Sono già in ritardo di 5 minuti...


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87: Luisa Buoni

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Nigel, naturalmente, si nasconde. Esce la notte mentre io dormo, mangia, fa quello che deve fare e poi si nasconde di nuovo. Questo per alcuni giorni. Gli amici mi tranquillizzano, mi dicono che ci vorrà tempo perché un gatto si senta a proprio agio. Qualche giorno dopo vado a dormire stanca, stremata da una giornata gelida e da un bicchiere di vino di troppo. Dormo sodo, e forse russo, anzi russo talmente da svegliarmi, e accorgermi che il suono che sentivo non era il mio ma erano le fusa di Nigel che ha deciso che ho passato l’esame, e che si fida...


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88: Paolo Testori

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La notte successiva arrivammo nella zona del disastro e ciò che vedemmo ci avrebbe segnato per il resto della nostra vita. Non so quanti per quanti giorni lavorammo senza mai fermarci: avevamo il compito di installare le prime tende per i terremotati, per poi rifornire la popolazione di acqua, con autobotti che riempivamo senza sosta, da Udine fino alla nostra zona. Perdemmo il senso del tempo e della fatica...


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89: Claudio

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Arrivati a Brescia con il blindato, una parte va direttamente allo stadio, mentre pochi altri (me compreso) vengono portati alla stazione per accogliere e scortare i veronesi. Arrivati in stazione, trovo i classici autobus arancio in attesa dei tifosi che sento avvicinarsi, perché ci sono dei cori che rimbombano dall’edificio. Per me è tutto nuovo, compreso quegli sguardi poco rassicuranti e pieni di odio che mi ritrovo addosso...

 


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90: Maria Luisa

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Il capostazione fischiò ed alzò la paletta, ma questa volta ero comodamente seduta in un comodo scompartimento. Dopo qualche ora lasciai l'Austria e la Cecoslovacchia si annunciò con sterminati boschi di betulle bianche. Ero felice. Chissà che cosa mi aspettava! Praga 1976. Ciò che mi incuriosì subito alla stazione furono i soldati russi con le stelle rosse sulle mostrine. Ero a Praga, finalmente...


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91: Roberto Bandiera

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In tre anni gli 11 rimasero 3, come scherzavamo sempre io, Diana e Sara, eravamo il numero perfetto. Mi sentivo padrone del mondo, o almeno del MIO mondo. Avevo davvero la mia vita fra le mani, ero dimagrito di 45 kg, ero giovane, avevo un lavoro che mi piaceva e delle persone a cui piacevo io e quello che facevo...


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92: Simone Conti

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Comincio a sentirmi come un tredicenne all'esame di terza media. È una sensazione strana, decisamente lontana che non pensavo di ricordami neanche più. È come quando sei l'unico a preoccuparti, sei l'unico ad avere paura, mentre tutti quelli attorno a te sanno che non stai correndo alcun pericolo. Ma tu non lo sai. E hai paura...


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93: Silvia Nava

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Mio nonno si fece a piedi, nell’Africa di allora, non so quanti chilometri. Riuscì a racimolare del cibo e dei posti al coperto dove dormire, in villaggi dove insegnava a giocare a carte e a dama. Le carte le aveva con sé, mentre le pedine della dama e la tavola le aveva intagliate lui. La forza di sopravvivenza, il desiderio di tornare a casa, ed evidentemente la sua familiarità con gli stenti e la sua mente semplice, lo hanno aiutato...


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94: Mairella Fiorino

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Era un posto tetro, pieno di case diroccate, nella zona dietro ai capannoni, un vicolo cieco che andava a sbattere contro il muro di cinta di un giardino dal quale scendeva una cascata di glicini. Ci andavamo pieni di una paura che dovevamo sconfiggere e di una curiosità che ci avrebbe portati anche in cima al mondo. Eravamo spaventati da qual posto cadente, da quel mondo dentro il quale eravamo entrati senza aver chiesto il permesso, spingendoci più avanti ogni giorno un pochino...


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95: Edoardo Rosso

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Lungo la ciclabile che porta a Francolino, un giorno, svoltando a caso sulla sinistra, dopo una breve salita, mi ero imbattuto nella maestosità del Po. Giunto in cima, dove la strada corre parallela al fiume, mi ero fermato. Avevo pedalato lungo l’argine con quel fiume immenso accanto, quella divinità dormiente. E con me c’era mio nonno. Stringevo il manubrio e scaricavo i polpacci sui pedali. La potenza fluiva precisa: Dal pedale, alla catena. Dalla catena alle ruote. C’era mio nonno, anche se non l’avevo mai visto...


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96: Emilio Previtali

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Fai gli ultimi tornanti, poi passi il paravalanghe e poi la strettoia dove c’è il negozio di alimentari e l’edicola del paese vecchio. Fuori dal bar c’è un vecchio operaio degli impianti di risalita che indossa una vecchia giacca da maestro di sci. E’ quella di suo figlio. Ha in mano il sacchetto del pane, il giornale piegato sotto braccio e ti guarda passare. E’ lì fermo immobile e tu stai per togliere la mano dal volante per salutarlo. Ti ricordi di lui, ti metteva il piattello dello skilift sotto il sedere quando venivi qui per le gare. Categoria cuccioli. Quando era? Venti anni fa. Di più, forse...


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97: Marco

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In piena notte decine di aerei scaricarono su Milano centinaia di bombe. I miei nonni aiutarono a raggruppare le famiglie, per cercare di uscire dalla casa e trovare un posto sicuro. Mia nonna suggerì di andare lontano dalla ferrovia, verso i campi. Prese due dei cinque figli dei vicini e chiamando Palma corse fuori...


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98: Maurizio Giordani

A quei tempi capitava spesso di vedere ragazzi giovanissimi, con il cervello devastato dall’eroina, girare come zombie per la città.
Non si parlava di don Ciotti, don Gelmini o san Patrignano. I drogati, come li chiamavamo allora, erano abbandonati a se stessi. Avevano bisogno d’aiuto, ma l’aiuto non c’era. Io non sapevo da che parte cominciare. E allora io fermo il taxi davanti a un bar per fare delle telefonate...


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99: Marta

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E poi all'improvviso ecco, l'insegnante mi ha visto, mi sento al liceo quando cercavo di nascondermi raccogliendo qualsiasi cosa da terra: "Ehi tu lì in fondo, tu, vestita di rosa, vieni avanti". Sono proprio io, vorrei tirare fuori la giustificazione della mamma, chi me l'ha fatto fare, io che divento rossa ancora adesso, io alla soglia dei trent'anni, vestita da angioletto senza ali alto 1.72...
 


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100: Roberto Grassetti

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A quell'epoca i servizi segreti Russi adottavano tutti i mezzi per ottenere informazioni dall’occidente, non credo di aver fatto nulla di male se ho adottato la stessa loro politica per ottenere ciò di cui io avevo bisogno...


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101: Alberto Laffranchi

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Rimasi sorpreso da questa sua improvvisa richiesta, ma riflettendoci un attimo risposi, in effetti, se ci fosse della musica mi piacerebbe camminare ascoltandola. Sai perché ti chiedo questo? No, risposi. Perché mio padre ha pensato di realizzare un piccolo riproduttore di cassette di musica, così che ognuno di noi possa sentire solo la musica che vuole ascoltandola con delle cuffie...


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102: Alessandro Blason

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Mi sono tornati alla memoria molti pensieri legati alla mia vita: alcuni piacevoli altri meno, ovviamente, ma tutti erano legati a una partenza. Partire, salpare, alcune volte da porti più affollati, altre volte da approdi più intimi, isolati. Anche quando prendevo il treno o la corriera per andare prima a scuola e successivamente all’università, quando prendevo la bici per il lavoro era “partire”. Al fine della storia ho capito questo. Tutte le volte che ti chiudi la porta di casa alle spalle, vuol dire partire. E certo per ogni andata, c’è un ritorno, ma ogni volta è diverso...


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103: Nicolò Casagrande

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Mentre sto per aprire la porta, mi accorgo di un foglio con una lista di nomi, appeso in mezzo agli altri: era la convocazione dei giocatori per la selezione della rappresentativa nazionale giovanile categoria Allievi. Ci sono due nomi evidenziati: Portieri - Nicolò Casagrande - Rari Nantes Lavagna, Difensori - Marco Castagnasso - Rari Nantes Lavagna. Quel Nicolò Casagrande sono io, portiere per il Lavagna...


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104: Marina

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Uscii con 60/60. Il massimo dei voti. Pensai che davanti a quel successo i miei genitori non avrebbero potuto negarmi l'università, volevo fare Lingue e Letterature Straniere. Invece lo fecero, eccome. "No Marina, non abbiamo soldi, tua sorella si sposa e servono per lei, vai a lavorare". Allora diventai ancora più arrabbiata...


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105: Mario Celotto

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Sono uno fra i quasi 2 miliardi di persone nel mondo che manifestano i segni della DCA. Disturbo del comportamento alimentare, ovvero sono una persona gravemente obesa, un mangiatore compulsivo, e il cibo per me è una droga. La sola vista del cibo mi ha sempre terribilmente attratto, sono arrivato a ingurgitare anche 30000 calorie in un solo giorno...


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106: Paride Sorzi

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Ad un certo punto, dopo quasi un chilometro di spiaggia e dopo aver incontrato solamente due persone, Mario interrompe i nostri discorsi e mi chiede: «Raggiungiamo quell’isola? ». Io lo guardo, guardo verso il mare, verso l’isola e penso: quanto sarà distante? quanto tempo ci vorrà? non sono il tipo che fa scelte avventate, ma Mario insiste: «Allora? Raggiungiamo quest’isola?». Ma si, dai, cosa vuoi che sia, mi sono detto e poi rispondo: «Va bene, andiamo»...


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107: Fabrizio Ferrari

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Mi trovo davanti un signore sulla sessantina, che in lingua inglese e molto educatamente, si lamenta del volume della musica. Gli rispondo anche io in inglese. Gli dico che non era mia intenzione disturbare, che non mi ero reso conto. La moglie mi urla contro da distante, tacciandomi ironicamente di non essere rumeno. Il marito la zittisce con un solo gesto e la rimanda a casa. Poi, sempre con educazione, ribadisce che il volume della musica era troppo alto...


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108: Maddalena Ronco

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Allora entro per prendermi un caffè, e poi vado verso il bagno, che è una fermata obbligata per chi guida in autostrada. E la trovo là seduta dietro a un tavolino. Era la guardiana dei bagni, quella che pulisce il disastro lasciato da centinaia di automobilisti. Sul tavolo , di fianco ai fiori che si è messa per diminuire lo squallore del posto, impresa impossibile, il piattino con piccole monetine per mancia, quasi delle elemosine...


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109: Otello

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Così, ogni mattina che passo davanti a "Non Solo Aria", mi immagino al suo timone mentre affronto gli oceani. Proprio io che non capisco nulla di vela o di barche in genere. Arrivavo in ufficio contento, pensando che comunque anche "Non Solo Aria" avrà avuto la sua “carriera” alle spalle. Chissà quanti viaggi e in quanti luoghi sarà stata. Ora invece è lì, anche lei come me, ferma, immobile...


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